Mia figlia Claudia ha 35 anni. A causa di un parto mal assistito, ha subìto gravi lesioni cerebrali che le hanno impedito di vivere una vita normale. Negli anni vissuti accanto a questo “fiore”, ho capito che anche questa vita può essere meravigliosa. Claudia non parla, non cammina, ha problemi di deglutizione per cui mangia tutto frullato, non è in grado di dire se ha dolore, dobbiamo spostarla dal letto alla carrozzina e cambiarle posizione durante la notte, cambiarle il pannolone, ma Claudia è bellissima, una persona viva e serena, gioiosa, con la luce negli occhi che parlano per lei. Il sorriso che ci regala quando sta bene, ci rende felici. Non è in grado di compiere gesti volontari come un bacio, una carezza, e questo mi manca, ma quando l’accarezzo e le dico quanto io l’ami e quanto abbia bisogno di lei, i suoi occhi si riempiono di lacrime forse per dirmi: «non posso parlarti, ma ti voglio bene anch’io». Quegli attimi hanno per me valore inestimabile, che nessuna ricchezza potrebbe eguagliare.
Ho imparato da Claudia quanto ogni minuto della vita sia importante. Assaporare ogni attimo come fosse l’ultimo, aiuta a viverlo intensamente, lo rende indelebile nella memoria. Ho imparato che il denaro, il successo, il divertimento non rendono felici, possono dare più piacevolezza alla vita, ma quando si vive accanto a una persona come Claudia, capisci che non puoi sprecare la vita in cose futili. Vi sono persone che vivono come se non dovessero morire mai, e altre che muoiono senza aver vissuto veramente. Certo, avrei voluto per Claudia una vita piena, ma questo non dà diritto a nessuno di dire che la sua vita non è degna d’essere vissuta. Un domani, quando noi genitori non ci saremo più, qualcuno deciderà per lei se vivere o lasciarla morire? Non posso neppure immaginarlo. La vita è preziosa sempre, e la sofferenza fa parte della vita.
La mamma di Claudia
Tratto da “l’angolo della speranza – famiglia cristiana n° 10/2009”
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